Sotterraneo Rocca sforzesca-S.Maria delle Grazie

 Per verificare l’esistenza del sotterraneo che doveva collegare la Rocca sforzesca alla chiesa di Santa Maria delle Grazie è necessario analizzare la leggenda di Messer Peppo.

MESSER PEPPO

(liberamente tratta da “Di Crema e dei cremaschi, racconti storici” di L.Benvenuti)

 Messer Peppo era un legnaiolo che abitava nel castello di Soncino verso il 1871. La sua abitazione consisteva in tre stanze al piano superiore, altrettante ne aveva al pianterreno, sotto le quali si trovava una cantina umida e oscura come una catacomba e si credeva che con quella il sotterraneo avesse fine.

Nel giorno della festa di San Giacomo, in piena estate, accadde qualcosa che al solo ricordo faceva inorridire il nostro Messer Peppo. Egli per questo giorno era solito invitare al banchetto in castello molti parenti e amici. Sul far della sera scoppiò un temporale così spaventoso per lampi, tuoni, pioggia e grandine che nessuno poté andarsene. Fu così che per rincuorare gli ospiti spaventati e timorosi decise di andare a prendere il vino migliore che possedeva. Accese una lanterna, prese un grosso fiasco e se ne andò verso la cantina. La notte toccava le tre quando il legnaiolo, girata la grossa chiave, tirò il catenaccio, spinse la massiccia porta e giù in cantina.

Spillò la botticella che zampillava piano piano il poco vino rimasto. All’improvviso spaventosi muggiti prolungati che sembrava venissero da sottoterra gli fecero gelare le ossa. Si guardò, lasciò cadere il fiasco, prese la lanterna e barcollando girò in lungo ed in largo la cantina cercando la scala. Raggiuntala salì a fatica gli scalini sforzando le ginocchia tremanti ad andare quanto più svelte potevano. Gli ospiti attendevano con ansia un buon bicchiere di vino, ma quale spavento provarono quando apparve la faccia cadaverica di Messer Peppo. Benché lo interrogassero non poteva rispondere tanto gli battevano i denti. Mentre taceva, cominciò ad insinuarsi in tutti la paura e non appena ebbe spiegato la causa del suo terrore, tutti scapparono come se fossero inseguiti, giurando di non mettere più piede nel castello. Provando grande paura a restare solo, uscì e cominciò a vagare per il paese. Raccontò la sua storia a vari amici che lo presero in giro perché nessuno credeva ai demoni e agli spiriti dei morti.

Fu soli alcuni giorni dopo che la verità fu conosciuta.

Nell’ex convento dei frati carmelitani di Santa Maria delle Grazie esisteva un sotterraneo ad uso di cantina. In fondo, dove regnava la massima oscurità, nessuno aveva mai notato una volta murata. Ma un giorno qualcuno se ne accorse e, abbattuto il muro posticcio, si inoltrò nelle viscere della terra. Si scendeva sottoterra con un leggero pendio e quella strada coperta portava al castello: dominava un’aria umida, appena respirabile; tutte le mura stillavano umore verdastro, ragni e ragnatele erano ovunque. Dopo aver percorso la catacomba per ben un quarto di miglio, il nostro cercatore giunse in una stanza assai grande e vasta, ma non riuscì più a proseguire poiché un muro con una grande quantità di macerie ostruiva il passaggio.

Tuttavia pensò bene di trarre vantaggio dalla scoperta. Alcuni suoi poco raccomandabili amici cercavano un nascondiglio sicuro per le loro razzie e il lungo sotterraneo era perfetto per le loro intenzioni. Proprio la sera di San Giacomo questi ladri penetrarono in una stalla di buoi rubandone ben sei che condussero giù nel sotterraneo fino nella parte più spaziosa. Le povere bestie spaventate dal luogo inospitale e dal violento temporale, muggivano a più non posso.

Il luogo in cui si trovavano era la continuazione del sotterraneo usato come cantina da Messer Peppo e ciò spiega tutta la sua paurosa e incredibile storia.

Related Images: